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Chi Siamo

Cornici intagliate a mano.

Bottega d’Arte, nella migliore tradizione artigianale, continua a realizzare cornici intagliate totalmente a mano con l’uso esclusivo della sgorbia (particolare tipo di scalpello) in legno di cirmolo nelle più varie tipologie anche su campione e su misura. Doratura in foglia oro zecchino e oro matto, argentatura a foglia in argento 1000 e argento matto; tutto questo seguendo le antiche tecniche di esecuzione e personalizzando la patinatura finale a seconda del gusto del cliente.

Le Cornici

LA NOSTRA ARTE

Creazioni

un po' di storia

IL NEGOZIO

CORNICI LAVORATE A MANO

Le cornici

Bottega d’Arte, nella migliore tradizione artigianale, continua a realizzare cornici intagliate totalmente a mano con l’uso esclusivo della sgorbia (particolare tipo di scalpello) in legno di cirmolo nelle più varie tipologie anche su campione e su misura. Doratura in foglia oro zecchino e oro matto, argentatura a foglia in argento 1000 e argento matto; tutto questo seguendo le antiche tecniche di esecuzione e personalizzando la patinatura finale a seconda del gusto del cliente. Siamo in grado di realizzare laccature nelle più svariate sfumature perché eseguite a mano, cornice per cornice. Nostro vanto sono, poi, le cornici in legno massello nelle diverse essenze (noce e ciliegio nazionali, ulivo, mogano, betulla, wengé, abete, toulipier e altre ancora) costruite su misura con vari tipi di incastri agli angoli. Le finiture, anche in questo caso eseguite manualmente, ricalcano la tradizione: vale a dire lucidatura a gomma lacca o cera d’api. Ampia la scelta di cornici in asta sia in pastiglia che lisce. Realizziamo, inoltre, specchiere su misura con argentatura lucida o anticata ed eventuale bisellatura. Offriamo alla clientela anche proposte che soddisfano l’esigenza di avere soluzioni compatibili con gli arredi più moderni, utilizzando materiali sintetici quali il plexiglass o il metallo come l’alluminio.

LE CREAZIONI
“ I colori della memoria ”

“ Non c’è città che non racconti la sua storia con le sue mura, i suoi palazzi, le piazze, i personaggi illustri. Sarebbe sufficiente tutto questo per ricostruirne il passato, ma talvolta la memoria del tempo lascia spazio anche ad angoli ristretti, a piccoli frammenti di vita capaci però di ricordare chi, senza clamore, ha lasciato dietro di sé una sua impronta, un momento del suo passaggio nel correre delle stagioni. E’ il caso di Giancarlo Garbisi, di cui quest’anno ricorrono i trent’anni dalla sua morte e che fu abile intagliatore, fondatore della “Bottega D’Arte”, storico atelier della città. Giancarlo Garbisi, veneziano di nascita ma trevigiano d’adozione, giunse a Treviso nel lontano 1959 e forte dell’esperienza maturata nella bottega del padre Angelo, riuscì in breve tempo a farsi conoscere ed apprezzare per la sua inventiva e per le sue innate capacità. Portò in città entusiasmo, un vento nuovo, realizzando cornici intagliate a mano in tutti gli stili ed epoche, nel rispetto della tradizione privilegiando la qualità dei materiali e realizzando dorature in oro zecchino, cornici in legno di cirmolo, in legno massello lucidate a gomma lacca. Un amore profondo per un’arte povera che coltivò sempre con passione ed entusiasmo. Oggi l’attività di Giancarlo Garbisi continua intensamente con la moglie Luciana ed il figlio Gianluca. Il negozio, situato nel centro storico della città, in via Ortazzo n.13 e recentemente rinnovato, non è un anonimo spazio senza voce, ma un punto d’incontro e di riferimento per chi ama l’arte, il colore, il bello delle cose. Ricco di cornici, di quadri, di incisioni a bulino e punta secca, induce il passante a soffermarsi e ad entrare. La signora Luciana accoglie con garbo il visitatore in una atmosfera serena e familiare, soffermandosi a ricordare con il cliente più assiduo un passato artistico intenso e mai dimenticato, dove l’amicizia con pittori come Giovanni Barbisan ed in tempi più recenti Guerrino Bonaldo e Piero Slongo, era un momento di riflessione e di sereno abbandono. Nel suo laboratorio, separato dal resto del negozio da una porta scorrevole, Gianluca Garbisi lavora con passione per soddisfare, nella migliore tradizione artigianale, le richieste dei clienti. Garbato e gentile, è la vera anima di questo atelier. Circondato da telai, aste, sgorbie, raspe e mazzuoli, realizza cornici ed installazioni di varie foggie e materiali, dal legno al plexiglass, il più delle volte frutto di una creatività e di una fantasia che nascono dalla libertà del suo sentire. In questa atmosfera, dove tutto si illumina, il quadro diventa nella sua nuova veste un piacevole compagno di viaggio, continuando così quella antica tradizione di famiglia dove il tempo sembra non doversi fermare mai. ”

- Guido Moro -

“ GIANCARLO GARBISI, L'INTAGLIATORE CHE SALVO' L'ARTE IN ESTINZIONE DEI MARANGONI DA SOAZE ”

“ II problema dovette essersi posto quando il dipinto, fino allora steso sull'intonaco ancor fresco del muro, cominciò ad aspirare a una autonomia di volume propria, prendendo corpo nella tavola, prima, e quindi sulla tela. Era il caso di accompagnare, o forse di esaltare l'avvenuto distacco dalla parete? Se fin da subito l'idea della cornice aveva preso il colore dell'oro, la forma fu oggetto di continua ricerca, anche quando tra le stravaganze del Barocco e del Rococò s’era persino levato il dubbio se il legno avrebbe potuto venir sostituito come materiale dallo stucco, bianco, laccato o dorato. Ma il legno superò alla grande la sfida, definitivamente affermandosi attraverso i preziosismi dell'intaglio che dava svolgimento e unità alle cornici anche più complesse, dentro alle quali avrebbero trovato posto non solo i dipinti ma anche quegli altri portatori d'immagine che sono gli specchi. A contendere alla Francia il primato dell’intaglio fu soprattutto Venezia, dove gli artigiani del legno, durante un celebre Capitolo Generale dell'Arte tenutosi nel 1710, si classificarono in marangoni da fabbrica (i carpentieri), marangoni da noghera (i mobilieri), remesseri (gli intarsiatori) e in marangoni da soaze, quelli appunto che intagliavano le cornici per i quadri e gli specchi, ma in fondo tutte le parti dei mobili cosi lavorate. Poi la svelta linearità neoclassica revocò ogni indulgenza alle ricercatezze settecentesche, e la macchina apprese a dare uniformità alle aste profilate, i cui segmenti assemblati ortogonalmente diventarono le nuove cornici, rendendo sempre più rara la mano degli intagliatori. Quando a Treviso Emilio Piovesan chiuse bottega in quel di San Francesco, sembrò che l'arte dei marangoni da soaze si fosse definitivamente estinta anche nel capoluogo della Marca. Cornici e quadri erano relegati in un quasi clandestino mercato antiquario: c'era ben altro a cui pensare in quel gramo dopoguerra. Ma Romano Favaretto, che tutti conoscevano come Toe, sfidando le autocommiserazioni aveva riproposto ai Trevisani la passione per il collezionismo dei quadri portando sulle bancarelle di Piazza San Leonardo e di Piazzetta del Duomo i dipinti dei Maestri moderni che allora si potevano acquistare per pochi soldi. Nella città semidistrutta dalla guerra risorsero le case, e sulle pareti delle stanze esplose il desiderio dell'arredo che, se raramente poteva attingere ad opere di grande pregio artistico, in ogni caso esprimeva il bisogno di una decorazione confortevole. Sovente era portata dal corniciaio, quando non la bruttura, la banalità. Scoraggiare la commissione poteva essere un lusso che qualche artigiano non riusciva a prendersi; proporre soggetti alternativi richiedeva una sensibilità artistica e l'offerta di opere valide di cui non tutti i corniciai avevano disponibilità. Fu nel 1960 che giunse a Treviso Giancarlo Garbisi, un giovane intagliatore che era stato avviato ancora ragazzo alla sgorbia e alla foglia d'oro nella bottega del padre, frequentata da studiosi d'arte come Rodolfo Pallucchini e Guido Perocco. Aveva già mano disinvolta e idee chiare sul rapporto che dipinti e stampe dovevano avere con la loro cornice. Riuscì subito a dare fiducia ai clienti nei consigli sul tipo di cornice da scegliere per il quadro che gli portavano, quando non a proporre egli stesso opere di buona mano che sapeva rintracciare nel mercato d'arte. Fu così che, recuperando la consuetudine del laboratorio artigianale, chiamò con nome di "bottega d'arte" il suo atelier nel quale si ritrovavano artisti e antiquari, studiosi d'arte ed esperti di grafica sia moderna che antica. Dell'artigiano vecchio stampo aveva una passione quasi morbosa per il mestiere, il culto per la tradizione, e una modestia nell'apparire che pareva rasentare la scontrosità, se non fosse stato per la delicatezza rispettosa verso le persone che lo frequentavano e verso le cose affidate alle sue mani. Dieci anni fa è mancato all'improvviso. E, così, per affidare alle immagini il ricordo di Garicarlo Garbisi, l'incisore Guerrino Bonaldo ha prodotto due vedute di Treviso incise all'acquaforte e raccolte in una cartella dal titolo "Passeggiate trevisane". ”

- Il Gazzettino del 24 Giugno 2001 -

Treviso Via Ortazzo, 13

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